IO TI ASCOLTO

 

Ascolto e rispetto credo siano le parole fondamentali per stare dentro una relazione,  di qualunque natura essa sia.

Che cosa significa ascoltare, rispettare l’altro, mettersi nella posizione di apertura e sentire dentro, percepire ciò che l’altro è?

Nel mio lavoro di educatrice, di counselor, di mamma e donna quanto so mettermi in gioco e connettermi con chi mi sta a fianco?

Io credo che mettersi realmente in relazione con un’altra persona significhi fare un passo indietro, mettersi al suo fianco e restare in attesa di vedere quel che l’altro ci vuol dire, a parole o semplicemente con un comportamento, senza giudizio e senza dover per forza intervenire.

Nel mio lavoro con i bambini è la prima cosa che sono chiamata a fare: quando un bimbo col genitore entra al nido la prima cosa che facciamo come staff è osservare cosa fa il bambino, come guarda l’ambiente, gli altri bambini, la sua mamma, quanto ne cerca lo sguardo e la rassicurazione, se è attirato più dai giochi o dai bambini o dagli adulti…

In quegli occhi c’è un mondo intero e solo osservandolo veramente si può intuire come sia: ho bisogno di contatto, ho bisogno di essere accompagnato, mi allontano e posso esplorare sicuro che la mamma è con me, faccio fatica a staccarmi perché non conosco questo ambiente nuovo, devo prima prendere confidenza, non ti avvicinare…non ti conosco ancora e non so se mi posso fidare, sono curioso e voglio muovermi ma tengo sott’occhio tutto ciò che intorno, chiedo conferma alla mia mamma del fatto che tutto vada bene…

Prima di giocare e di interagire con un bambino, noi cerchiamo di creare un connessione oculare, di stare accanto a lui, di porgergli un gioco, magari con la mediazione iniziale della mamma,  guardandolo e accogliendo ogni sua reazione, facendogli capire che siamo con lui e facciamo ciò che lui ci propone, stando con quello che c’è.

Questo è quello che succede quotidianamente al nido: sia durante la fase delicata dell’inserimento, sia durante la giornata insieme con i bimbi che già frequentano.

Molto spesso, quando propongo un gioco ai bambini durante l’attività al nido, metto a loro disposizione il materiale prescelto e sto ad osservare che cosa fanno, dentro di me c’è un obbiettivo, un fine che vorrei raggiungere, ma non è detto che sia lo stesso di cui hanno bisogno in bambini.

L’altro giorno ho riempito la stanza di cartoni di diversa forma e grandezza, la mia idea era di costruire insieme una casetta, visto che ultimamente uno dei giochi preferiti è costruire tane per gli animali, e magari poi di dipingerla o disegnarci sopra, bucare i cartoni e ricavare finestre e porte, invece…prima hanno cominciato a esplorarli, toccarli, soppesarli, sono entrati e sono usciti dalle scatole, le hanno capovolte, girate e infine sono diventate dei tunnel da attraversare, delle strade da calpestare e dei bastoni su cui appoggiarsi,

Li ho lasciati fare, unendomi al loro gioco e facendo in modo di seguire la loro idea.

Quei tunne poi di sono trasformati in casetta in cui rifugiarsi perché stava arrivando il lupo.

‘’Bene! Adesso posso costruire la casetta’’ ho pensato.

Ho preso scotch e forbici pronta per attaccare, tagliare, assemblare ed ho proposto di costruire insieme la casetta, abbiamo trasformato i bastoni in seghe e ci siamo messi all’opera, ma… loro avevano voglia di segare, battere, saltare e urlare, così… via!

Ho rinforzato la struttura della casa e abbiamo cominciato a gridare, a urlare al lupo che non avevamo paura e che non doveva avvicinarsi, a sbattere forte i pezzi di cartone sul tetto della casa, a segare rumorosamente usando un tono di voce forte e minaccioso, finchè dopo un po’ abbiamo cominciato a ridere e a saltare felici della nostra bella energia conquistata.

Dopo 5 o 10 minuti così l’entusiasmo era alle stelle e guardandoci complici abbiamo deciso di  riporre i bastoni/seghe e prendere qualche bel respiro profondo e di abbracciarci per il bel lavoro fatto: quel lupo si è spaventato e non verrà più a trovarci!!!

Che meraviglia stare con gli amici, connettersi con loro e sentire che siamo all’unisono e non c’è più un io o un tu, ci siamo solo noi ed è proprio bello stare insieme!!!!

Bimbi, mamme, papà, nonni, amici, compagni.. alla fine tutti noi abbiamo bisogno di questo: qualcuno che ci tenga per mano e che sappia ascoltarci e rispettare il nostro sentire per crescere insieme e creare la magia che si sviluppa da un contatto.

Marcella ♥

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